Sono ispirata, quindi ho intenzione di scrivere.
Avvertenza: non provo interesse, stima nè considerazione per il credo di nessuno, questo post è basato principalmente sulla religione. Se ti dovessi sentire offeso/a sono fatti tuoi, nessuno ti obbliga a leggere.
Ok, partiamo dall'inizio. E l'inizio in questo caso è avvenuto pochi istanti fa.
Una pagina di facebook aveva messo una foto del celebre affresco di Leonardo da Vinci, "L' Ultima cena"
Bene.
Come saprete, se girovagate un minimo nel web, spesso le immagini vengono modificate, quadri inclusi.
Abbiamo visto Gioconde rifatte, coi baffi, pelate, intente a farsi l'autoscatto al bagno e molto altro.
In questo caso ogni personaggio era sostituito da un altro, ognuno di loro preso dai videogame.
Inserisco l'immagine per essere più chiara.
Ecco, ora scriverò anche il commento fatto dall'admin della pagina.
"Quanto sono ingegnosi e teneri i laicistucci
Però si può scherzare senza dover ricorrere necessariamente alla dissacrazione..."
Cercherò, con immensa fatica, di ignorare la parola "laicistucci".
No, ok, non ci riesco. È un abominio, cribbio!
Io avevo commentato, purtroppo per ciò che ho scritto è stato eliminato e io non ricordo bene le parole.
Comunque avevo parlato del fatto che Leonardo Da Vinci era ateo, andava spesso contro alla chiesa cattolica - per la vivisezione umana e altre cosucce tenere - inoltre metteva spesso nei suoi dipinti dei dettagli che erano..ehm...non proprio dell'ottica cristiana, possiamo dire così.
Risultato? Mi hanno bloccata. Solo perché so qualcosa di storia dell'arte che loro non sanno.
E giuro che questa volta non ho espresso pareri personali.
Però in certi ambiti, come nella cristianità, si deve essere ignoranti.
Ora, ci tengo a dire che Gesù, Dio e compagnia bella non suscitano in me molto interesse. Ciò che mi fa innervosire e intestardire però, è sapere che nel mondo c'è chi vorrebbe un mondo di cristiani. Mi reca un immenso fastidio.
E non sopporto la chiesa.
A parte che è un luogo di culto in sè, che mette ansia.
Sarà il buio, saranno tutti quei quadri di sangue, morti, disperazione e dolore... O magari è l'odore di chiuso, misto a incenso e acqua santa.
Davvero fastidioso.
Però è davvero fantastico, perché se poni domande sensate a chi crede, quando cominci per le prime volte a mettere in dubbio quel che ti è stato detto, ti osservano come se fossi alieno.
Chi crede ha la forza del Signore, chi non crede è sterco.
E sì, conosco chi la pensa più o meno così.
Sicchè ti dico dal cuore: fatti un giretto che è meglio.
Non dico nemmeno dove, non serve.
Io non ho alcuna intenzione di credere. Perché non mi viene spontaneo e perché lo trovo insensato.
Dovrei credere in un'entità superiore, che ama tutti e ci ha lasciati a massacrarci a vicenda?
Dite quel che volete, ma io se amo qualcuno lo proteggo,
Anche se per lui ho creato un aldilà da sballo, dopo la vita terrestre.
A 'sto punto è meglio il buddismo.
Anche se pure quella a me pare una cavolata.
Un'enorme cavolata.
Ci sono cose in cui credo?
Ovviamente. Credo che da qualche parte, non so dove, ci sono degli esseri viventi, più o meno evoluti questo non mi interessa particolarmente.
Ma non ci siamo solo noi, poco ma sicuro.
Credo nel male? Sì.
Esiste, c'è poco da fare, ma non lo identifico come un'entità.
Nessun arcangelo caduto dal cielo, solo l'essere umano con le sue imperfezioni e debolezze.
Credo nei sentimenti buoni? Molto.
Ma non credo in Dio, in nessun Dio.
E probabilmente non crederò mai.
Credo nell'essere umano?
Più o meno.
Siamo crudeli, siamo egoisti, cinici, ignoranti, ignorati, soli.
Sfruttiamo la Terra, sfruttiamo gli animali, quando è possibile sfruttiamo le altre persone.
Siamo razzisti, bulli, discriminiamo ogni essere vivente e ci sentiamo la razza superiore. Cerchiamo l'illuminazione attraverso sudore, sangue e sacrifici altrui, cerchiamo la pace nutrendo il nostro corpo di altri esseri viventi, alimentando continuamente un mercato sanguinario e sbagliato.
Ma c'è anche chi fa quel che può per migliorarsi.
Ed è già qualcosa.
Izumi era una
bellissima fanciulla, dai capelli neri come l'ebano e gli occhi di un
morbido castano, pronti ad accarezzare tutto con uno sguardo.
Kaito era il
giovane che un giorno l'avrebbe sposata; dentro di lui albergava la
prepotente forza dell'acqua, ne era così pieno che sembrava lui stesso,
anche d'aspetto, un eterno naufrago in balìa delle onde.
Potremmo definire il loro amore come l'oceano e la sua fonte, non casuali erano infatti i loro nomi. Kaito era per tutti "il ragazzo onda", mentre la dolce Izumi veniva di rimando chiamata "la sorgente del mare".
Potremmo definire il loro amore come l'oceano e la sua fonte, non casuali erano infatti i loro nomi. Kaito era per tutti "il ragazzo onda", mentre la dolce Izumi veniva di rimando chiamata "la sorgente del mare".
Chiunque li avesse mai visti insieme li avrebbe descritti come un'entità superiore, due corpi legati dallo stesso spirito.
Sulla Grande
Scogliera si erano dichiarati il loro amore, con il tramonto sul mare a
rendere giustizia alla magia di quel momento.
Erano felici, Kaito si sentiva l'uomo più fortunato del mondo, sentiva il suo spirito irrequieto agitarsi dentro di lui, ma ogni onda prendeva sempre la giusta direzione sotto la guida della sua amata.
E Izumi non aveva mai conosciuto il pianto, quasi ignara di cosa volesse dire lasciarsi trascinare via dal dolore.
Un giorno però vennero i soldati, reclutando tutti i giovani di Taitō per rispondere al richiamo alle armi.
Anche Kaito fu costretto ad andare, lasciò quindi Izumi con la sola promessa che mai l'avrebbe dimenticata e mai l'avrebbe tradita.
Altrettanto fece lei, sul bordo della loro scogliera gli giurò che l'avrebbe amato in eterno.
Lunghe settimane d'attesa e separazione li attendevano, settimane dure e interminabili.
Giunse poi in paese un piccolo manipolo di guerrieri, i pochi sopravvissuti alla guerra; Kaito non era con loro.
Di lui non era rimasta che una lettera, indirizzata alla sua dolce compagna, che già sentiva il cuore lacerarsi dal dolore.
"Mia amata, ho terrore di non riuscire a tornare da te. Comincio a sentire l'oceano inaridirsi dentro di me. Questo dolore mi sta prosciugando e se dovesse succedere, se dovessi morire, sappi che cercherò sempre di stare al tuo fianco; il mio spirito ti sarà sempre vicino per compensare la carenza del mio amore."
Izumi corse sulla scogliera, ponendo agli déi e agli antenati domande che rimasero sempre senza risposta.
Fu solo dopo giorni di silenzio e di asciutto dolore che accadde.
Lente lacrime cominciarono a scendere dai suoi occhi di fanciulla, lasciandola sbalordita e immensamente triste.
Più piangeva più sembrava crescere il mare dentro di lei, un infinito oceano di dolore e perdita.
Passarono altre lune, ma i suoi occhi non tornarono mai più asciutti come un tempo, anzi, erano sempre traboccanti, sempre pronti a perdere quell'equilibrio che ormai la ragazza non conosceva più.
Un giorno però, mentre si asciugava il viso, improvvisamente capì.
Accolse
con gioia le lacrime, perché sentiva che il mare che le era entrato nel
petto altro non era che il suo amato, il suo cuore ospitava ormai lo
spirito del suo grande amore.
E
fu sulla scogliera che tornò, per promettere a sè stessa e al suo Kaito
che mai l'avrebbe scordato, e che avrebbe sempre serbato il suo oceano
nel cuore.