lunedì 13 gennaio 2014

Pro ana e Co.

Devo dire che ho passato qualche momento di indecisione.
La questione di pro ana, anoressia (sono due cose un po' diverse, da quel che ho potuto osservare), bulimia e, più generalmente, il DCA è complesso, da spiegare e da vivere.

Innanzi tutto parto dicendo che mentre scrivo sgranocchio un paio di patatine.
Così, giusto per tagliare la testa al toro.


Sarà che in questi giorni sono un po' emotiva - maledetti ormoni - ma leggere certi siti pro ana (che non citerò) crea in me sentimenti diversi tra loro.

Primo di tutti il dispiacere, per ragazzine che non trovano scopo se non quello di raggiungere la perfezione(?!).
Come sempre, ciò che conta è l'apparire e non l'essere.
E, come sempre, alla fine si vanno a guardare solo i casi limite.

Però mi fanno anche una rabbia terribile.
Perché si annullano l'un l'altra, perché si consigliano a vicenda i vari modi per evitare il cibo - mentire, allontanarsi, chiudersi in sè stesse...

Inoltre essendo atea trovo un po' sciocca la divinizzazione dell'anoressia, esattamente come appare sciocco ai miei occhi il pregare un'entità superiore qualsiasi.


Ecco, volevo evitare le indelicatezze a dire il vero, ma proprio non ci riesco.
Forse perché non capisco, o forse perché davvero queste sono sciocchezze.
Il mondo è pieno di problemi, forse ogni individuo dovrebbe pensare che la terra gira lo stesso, che la vita continua sia che pesi 47kg come se ne pesi 230.

E mi sembra pure sciocco rischiare la vita quando si potrebbe vivere serenamente, mentre c'è qualcuno nel mondo che muore di fame.

Ma questa è solo un'opinione personale.



Ho trovato anche questo "decalogo" (i dieci comandamenti va)



1) Se non sei magra, non sei attraente;
2) Essere magri è più importante che essere sani;
3) Compra dei vestiti, tagliati i capelli, prendi dei lassativi,
muori di fame, fai di tutto per sembrare più magra;
4) Non puoi mangiare senza sentirti colpevole;
5) Non puoi mangiare cibo ingrassante senza punirti dopo;
6)Devi contare le calorie e ridurne l' assunzione di conseguenza;
7)Quello che dice la bilancia è la cosa più importante;
8)Perdere peso è bene, guadagnare peso è male;
9) Non sarai mai troppo magra;
10) Essere magri e non mangiare sono simbolo di vera forza di volontà e autocontrollo.




Ecco, ora vorrei momentaneamente soffermarmi sul punto 10).
"Essere magri e non mangiare sono simbolo di vera forza di volontà e autocontrollo."




Penso che molte cose possano ridursi a quell'ultima parola.
"Autocontrollo"
Il voler avere a tutti i costi la vita programmata, avere uno schema da seguire, non avere altro pensiero se non quello.
Perché tutto questo?


Qua logicamente troverete, al massimo, delle domande e non delle risposte.
Non ho studiato psicologia, non so abbastanza dei disturbi alimentari, quindi preferisco semplicemente pormi delle domande.

È lo stress che porta a buttare su sè stessi il dolore?
Un po' come alcuni religiosi che utilizzavano per autopunirsi frusta e cilicio, quando compivano dei peccati.


Che in realtà, ora che ci penso, posso anche capire il meccanismo che spinge a fare così.
Non ci sono passata, ma quasi. Diciamo che ho sfiorato il problema.
Ma perché continuare a fare qualcosa, se questo qualcosa ti logora?







Penso sia giunto il momento di parlare un secondo della sottoscritta - senza egocentrismo, ee.
Come tutte le persone di questo mondo, anche io ho passato i miei bei momenti di mer...di....del cazz....dei momenti un po' tristi, ecco.
E sì, avevo volontariamente deciso che volevo provocarmi un po' di dolore fisico.
Lamette escluse, già mi taglio abbastanza senza volerlo!
Seriamente, anche con la depilazione con lametta mi sono più volte scorticata perché sono imbranata.
Più che doloroso è fastidiosissimo, quindi come opzione per me era insulsa.

Allora ho pensato "Mmmmh c'è sempre chi si provoca il vomito..."
E ci ho provato eh, mi ci sono messa proprio d'impegno.
Manco quello son buona a fare! Rofl
Non c'era verso, io immagino il mio stomaco che diceva: "Sticazzi, questa roba è mia!"

{Mi viene da ridere a pensarci. Alla fine ridere dei momenti più brutti aiuta anche a dargli meno importanza. Se ridi di una cosa magari vuol dire che l'hai superata, o almeno, questo è quel che ho constatato finora. E le cose per le quali proprio non riesco a ridere sono, ovviamente, quelle che mi hanno ferita di più.}

Dopodiché mi son detta "Ma che caz... faccio?!"

E niente, lì e nata e lì è finita.


Magari è la valvolina della ragione che manca. O meglio, c'è ma la mettono a tacere.
Chissà.


In ogni caso ora vi saluto, ho un piatto di bucatini sul tavolo che aspetta solo me.

Itadakimasu!

3 commenti:

  1. Secondo me, c'è dietro un chiaro desiderio di distruggersi: non è il semplice voler essere magre (e magri, ovviamente), ma il sentirsi in disagio con il proprio corpo in sè e, di conseguenza, il volerlo mutare o distruggere. Qualche anno fa, passavo le mie giornate girando forum (tipo alfemminile, no comment U_U' ) e vedevo queste ragazze che chiedevano (e dispensavano) consigli sul dimagrire, e l'idea che mi son fatto è proprio quella: vogliono diventare farfalle od uccidere il bruco. By the way, sono un po' invidioso. Tu riesci a far discorso seri, mentre io finisco sempre per parlar di me :P
    Grande, Jess! Sempre un piacere leggere quello che scrivi ^_^

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  2. Io sono più propensa ad associarli all'autodistruzione, o in alternativa alla costante richiesta di essere "salvati". Quello che però non capisco è perché aiutare gli altri a distruggersi!
    Ti ringrazio, ma anche io alla fine dei conti parlo sempre di me, oggi semplicemente mi sono solo limitata un pochetto, magari mi rifaccio col prossimo post u.u

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  3. Boh, probabilmente aiutare gli altri ad intraprendere il tuo stesso percorso, a percorrere la tua stessa spirale autodistruttiva, è un modo per sentirsi meno soli. Meno sbagliati.

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