lunedì 16 dicembre 2013

Domande affogate in una tazzina di the

Stasera m'è improvvisamente voglia di bere un buon the caldo, fortuna vuole che mia madre ne aveva preparato in abbondanza.
Mi son detta poi, "ma sì, voglio trattarmi bene", e ho tirato fuori una delle tazze da servizio. Sapete, quelle belle, decorate, raffinate, di un corredo tanto bello quanto inutile, dato che in realtà non è stato mai usato?
Ecco, una di quelle, giusto per farmi una coccola in più.

Ma ora, giusto per non perdere mai l'abitudine, ho cominciato a pensare.
Qual è il limite che sta tra volersi bene e farsi voler bene?
(Non inserisco il mio come esempio, come ho detto era solo una coccola)

Cosa ci spinge a mostrarci sempre al meglio?
Lo facciamo davvero per noi?

E soprattutto, perché mostrarsi sempre al meglio?
Perché mostrarsi perfetti, se dietro la patina si nasconde un animo a pezzi?

Cosa c'è di sbagliato nel mostrare il nostro disinteresse, le nostre debolezze, il nostro IO?
Cosa ci ha spinti a creare una società in cui vogliamo vedere gente al meglio, un mondo in cui le sofferenze altrui non ci toccano, se non di sfuggita?
Ecco, forse non mostriamo i nostri problemi perché noi stessi ci disinteressiamo di quelli altrui?

E se c'è un modo per migliorare, se possiamo evolverci e passare a un livello superiore, perché non lo facciamo?


Ma la domanda vera, quella che -forse- vi state facendo anche voi, è questa: che cosa diamine c'era dentro a quel the?!

Nessun commento:

Posta un commento