Ero indecisa tra "capite" e "capisco", quindi ho lasciato l'incognita nel titolo.
Cominciamo con i nerd.
Sì, i nerd.
È da tempo ormai che è in voga questa moda.
Persone con occhiali che non necessitano di occhiali, che si vantano di essere nerd.
Forse non sanno cosa sia, un nerd. (perdonatemi le ripetizioni)
Già il fatto che sia una moda ti toglie il suddetto appellativo.
Stai molto tempo davanti al pc? Sei un nerd.
Ti piacciono tanto i videogiochi? Allora sei gamer.
Ami i fumetti e gli anime giapponesi? Allora sei un otaku.
Ed eccoci ad affrontare anche il tema "Otaku"
Cristoddio, qualcuno gli spieghi che "nerd" e "otaku" sono termini dispregiativi!
È l'apoteosi dell'auto sfottìo!
Allo stesso modo chi è appassionato di una qualsiasi cosa e prende poi il nome da essa.
Potterheads, Belieber, Directioners e chi più ne ha più ne metta (grazie al cielo non le conosco tutte.)
Perché dovete darvi dei nomi così idioti?
Io amo la saga di Harry Potter, ma non mi entra manco nell'anticamera del cervello di farmi chiamare "potterheads"
Sono una a cui piace Harry Potter, punto.
Esattamente come mi piacciono Assassin's Creed, Hunger Games, Il Signore degli Anelli, Da Vinci Demons, Zero no Tsukaima eccetera.
Un'altra cosa: perché pretendere che agli altri piaccia ciò che piace a noi?
Capisco il piacere della condivisione, ma ci sono dei limiti.
E ora un momento di silenzio per me, ho le ultime due puntate di "2 broke girls" da vedere, dopodiché dovrò attendere il 26 per la prossima puntata.
Questo è davvero molto, molto triste.
Benvenuto/a nel mio piccolo mondo! (Blackberry sta a indicare il frutto, non i cellulari.)
mercoledì 20 novembre 2013
lunedì 11 novembre 2013
Frutti di alberi sconosciuti.
Una goccia di sangue su un petalo di rosa, che porta le tinta della notte. Una fascia di seta sottile, che accende quel serioso tailleur. Un paio di labbra scarlatte che si posano su capelli morbidi e scuri. Frasi che si rincorrono, nella mia mente. Dolore. Quella sofferenza così devastante, che pare di darle un eufemismo con questo nome. Ti invade il petto e si dilaga, il tutto il tuo corpo, in tutto il tuo spirito. Siamo maledettamente bravi a farci male.. Pensieri e parole, di chi? Non sono miei vissuti, ma ne parlo come se fossero miei, perché? E le tue labbra, le sento sulle mie. Sono a casa, ora. Ogni centimetro della tua pelle calda aderisce contro la mia, il tuo respiro si perde nel mio. Ti tengo le mani, poi ti stringo ancor di più. Non eravamo mai stati tanto vicini. Ti guardo gli occhi, le labbra, la goccia di sudore che ti scivola giù dalla tempia. E so che non ci sarà mai altro posto per me. Non è un mio ricordo. Forse un sogno, chi lo sa? Il mare è in tempesta, il mare è dentro di te. Vedo la burrasca nei tuoi occhi, vedo onde di tormento alte più di te. Ti sommergono, come fossi una piccola bambola di pezza in mezzo all'oceano. Da qualche parte dev'esserci una spiaggia, una nave, uno scoglio... Una salvezza. Però io resto immobile, davanti a questa tazza di caffè. Poi ti alzi e te ne vai, lasciando l'odore del mare come segno della tua agonia. Questi sono frutti di alberi sconosciuti. O, forse, non ho ancora capito dove possono arrivare i miei rami. |
domenica 10 novembre 2013
La prima grande sfida.
Per entrare a teatro
devi essere disposto ad a p r i r t i , a metterti a nudo di fronte agli
altri. Devi avere qualcosa da dare, devi raccontarti.
Credo che, fra tutte, queste sia la sfida più grande, per me.
Una che ha sempre rifuggito il dover parlare, una persona chiusa, che preferisce il silenzio al dialogo, che si chiude invece di spiegare il "perché".
Ma devo riuscirci. Perché penso che, in fondo, qualcosa da dare ce l'ho.
Ho me stessa.
Forse non è molto, ma credo che ci siano parti di me che non riesco ad affrontare.
Perché non ne parlo mai, perché ne ho parlato poco o - nel caso di pochi avvenimenti - per quanto io ne parli, essi non mi abbandonano mai.
Ma riuscirei a raccontarmi su un palco?
Già ora, solo a pensare di "mettermi a nudo" davanti a più persone mi fa venire voglia di raggomitolarmi, in silenzio.
Ma non lo farò.
Ha inizio per me la prima grande sfida.
(Preso dall'altro mio blog, perché ho sempre paura di perdere ogni cosa che scrivo di là)
Credo che, fra tutte, queste sia la sfida più grande, per me.
Una che ha sempre rifuggito il dover parlare, una persona chiusa, che preferisce il silenzio al dialogo, che si chiude invece di spiegare il "perché".
Ma devo riuscirci. Perché penso che, in fondo, qualcosa da dare ce l'ho.
Ho me stessa.
Forse non è molto, ma credo che ci siano parti di me che non riesco ad affrontare.
Perché non ne parlo mai, perché ne ho parlato poco o - nel caso di pochi avvenimenti - per quanto io ne parli, essi non mi abbandonano mai.
Ma riuscirei a raccontarmi su un palco?
Già ora, solo a pensare di "mettermi a nudo" davanti a più persone mi fa venire voglia di raggomitolarmi, in silenzio.
Ma non lo farò.
Ha inizio per me la prima grande sfida.
(Preso dall'altro mio blog, perché ho sempre paura di perdere ogni cosa che scrivo di là)
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